Nicola Russo, Eye, h cm 50 x 40 - Ferro, ametista, fondi bombole del
gas, base in legno d'eucalipto.
Qual'è il simbolo del settimo
chakra, ed a quali significati è associato? Il settimo chakra è Sahasrara,
anche conosciuto come chakra della corona o loto dai mille petali.
Suo simbolo, appunto, è un loto capovolto dai 1000 petali: sahasra,
infatti, significa in sanscrito mille.
La collocazione
energetica di sahasrara è oltre il corpo, leggermente al di sopra del
capo: per questa ragione alcuni testi parlano di 6, e non di 7 chakra relativi al corpo umano.
Una coincidenza
(casuale?) con l'iconografia occidentale riguarda proprio la posizione di
questo chakra: spesso, infatti, nei dipinti che raffigurano santi cristiani è rappresentata
una piccola fiammella proprio sulla sommità del capo…
Il simbolo del settimo chakra
Il simbolo del settimo
chakra ha colore viola, il colore dell'illuminazione. Circondato da
numerosi petali (non sono mille solo per ragioni di spazio), il chakra è
rappresentato come un fiore perchè può aprirsi o chiudersi, ed il suo "stelo" è
simbolicamente in connessione con sushumna, la nadi o canale
energetico più importante che percorre il corpo umano.
Anche il numero 1000
non è casuale: rappresenta infatti tutte le combinazioni possibili (20) delle
lettere (50) dell'alfabeto sanscrito.
Nelle rappresentazioni
tradizionali, l'icona del chakra è disegnata con un triangolo al centro,
inscritto a sua volta in una luna piena. Questo spazio centrale è il territorio
dell'unione tra Siva e Shakti, maschile e femminile, luogo della manifestazione
di kundalini risvegliata.
Significato del Settimo Chakra
Sahasrara è il chakra
dell'illuminazione, della Realizzazione, del superamento dei limiti
dell'ego, della fusione con l'Uno/Tutto.
Secondo la tradizione
indù, con l'apertura di sahasrara si realizza l'unione tra Shakti e Siva,
l'incontro tra le polarità, quella coniunctio oppositorium che anche
l'alchimia occidentale celebrò come momento topico della via alchemica.
L'apertura del settimo
chakra, dunque, corrisponderebbe alla fusione tra atman e brahman,
tra individuale ed universale, tra sè e Divino. Non a caso un'altra
denominazione con cui è conosciuto questo centro è nirvanacakra, ovvero
il chakra del nirvana, della fusione suprema.
Lo psichiatra
svizzero Carl Gustav Jung studiò a lungo il significato dei
chakra, soprattutto nelle valenze simboliche ed in relazione alla teoria
dell'inconscio collettivo. Sul settimo chakra non si pronunciò tuttavia in modo
chiaro, trattandosi di una dimensione sovrapersonale difficile da descrivere.
L'ascensione di
kundalini dai chakra inferiori al settimo chakra rappresenterebbe il percorso
spirituale per eccellenza, dove dall'io/ego si raggiunge gradualmente
l'impersonalità del Sè e la piena coincidenza con la pura coscienza universale.
Di quest'ultimo livello, sconosciuto all'uomo comune, è difficile parlare se
non con simboli e metafore.
Yoga, l'unione suprema, è
quindi l'incontro tra l'energia Universale e la kundalini, la forza
serpentina risvegliata dalla sua dimora, alla base della colonna vertebrale.